STEN

STEN

Luca Stengrimsen, in arte Sten, classe 1998 e originario di Busto Arsizio (VA), costruisce il proprio linguaggio artistico come un continuo processo di sovrascrittura della realtà, un vero e proprio velo posto sul mondo che conosciamo per svelarne le contraddizioni più profonde.

 Al centro della sua poetica c’è Radio, un alter ego che lo accompagna sin dall’infanzia: il personaggio, caratterizzato da una maschera antigas gialla, è un’entità radioattiva che attraversa ogni sua opera e diventa il filtro attraverso cui il mondo viene percepito, decostruito e riscritto.

LA FORMAZIONE

Fin da bambino Luca sviluppa una naturale inclinazione per il disegno, vena artistica che viene repressa per svariati motivi, soprattutto durante gli anni del liceo, frequentato al Tosi di Busto Arsizio. 

Solo nel 2016, associato a un periodo di profonda depressione, riemerge in maniera più strutturata la sua passione, Sten riesce a trasformare la sua arte in una valvola di sfogo e un mezzo per esaminare la propria interiorità.

Successivamente, oltre a dedicarsi agli studi universitari presso la facoltà di Ingegneria Gestionale della LIUC, amplia la propria ricerca e Radio, identità parallela di Luca/Sten,  assume un ruolo centrale all’interno della sua narrazione visiva diventando un elemento distintivo nel suo lavoro.

TECNICHE PITTORICHE

Le prime opere dell’artista nascono dalla pittura a olio, una tecnica che gli permette di lavorare sulla matericità e sulla plasticità del colore. Questo aspetto è essenziale: la matericità dell’olio diventa l’espediente che consente a Radio di esistere nella nostra realtà, di varcare la soglia tra immaginario e concreto. 

Con il tempo, il lavoro di Sten evolve in una ricerca più ampia, incorporando i mixed media e aprendo il proprio universo visivo a un’estetica sempre più stratificata, anche e soprattutto con l’aiuto di interventi digitali e 3D, che aiutano l’autore a superare il limite tecnico del disegno per lavorare su basi visuali ricavate in particolare dalla forzatura dei meccanismi dell’IA.

UTOPIA: La distopia sovrapposta alla realtà

L’alter ego di Sten si muove all’interno di UTOPIA, un universo parallelo che esiste in una condizione di continua sovrapposizione con il nostro, assolutamente reale nella sua irrealtà e in continua evoluzione.

Ma il nome UTOPIA potrebbe trarre in inganno, essa non è una visione ideale del futuro: a dire il vero è una distopia, una realtà capovolta dove tutto è il contrario di tutto. Ciò che è giusto diventa sbagliato e viceversa, i confini tra etica e caos si dissolvono.

I personaggi e le immagini che popolano questo universo non sono mai anonimi: sono archetipi, figure ispirate a personaggi storici, elementi cinematografici o icone della cultura di massa, reinterpretati per rispecchiare le contraddizioni della società contemporanea.

 Ma il vero protagonista resta sempre Radio, l’osservatore disilluso che racconta la propria storia e quella di UTOPIA, influenzato dalla vita quotidiana e dalle dinamiche del mondo reale.

LE ERE DI UTOPIA

Il lavoro di Sten/Radio si sviluppa in fasi successive, ognuna delle quali approfondisce diversi aspetti della sua visione:

  • Utopia v1.1 – The allegory of Famine oil & depression: una fase di catarsi dettata dall’esorcismo di un vuoto interiore esternato in dipinti dai tratti allegorici
  • Utopia v2.1 – The contamination of Reality.exe: Radio diventa una figura preponderante nel lavoro, questa era è diffusione di nuovi significati oltre a una sovrascrittura della realtà.
  • Utopia v3.1 – Rewriting & overwriting Reality.exe: la guerra dei significati, la distruzione necessaria alla trasformazione.
  • Utopia v4.1 – The Death of physicality a synthetic Reality.exe: la dissoluzione dei confini tra reale e digitale, tra fisico e concettuale.

LE INFLUENZE: Estetica e pensiero di UTOPIA

UTOPIA è un paesaggio dominato da colori accesi e dissonanti: il verde radioattivo, il giallo e il rosso di Radio, tonalità che enfatizzano la natura allucinata e caotica di questo universo. Ma non è solo il colore a definire il suo immaginario, in esso si intrecciano elementi comuni della speculazione filosofica e di diversi immaginari visivi: dal transumanesimo fino all’estetica cyberpunk.

Il lavoro di Sten si nutre del pensiero di Nietzsche, in particolare dell’Übermensch, e si sviluppa attraverso la dialettica hegeliana. Il suo futurismo pessimistico celebra il progresso ma ne svela la deriva autodistruttiva, ponendo al centro il tema dell’esistenza.

“Utopia” indaga potere, resistenza e trasformazione: l’eterno ritorno di Nietzsche ne ossessiona la struttura, mentre la dialettica hegeliana ne guida il movimento. Tra allegoria cristiana e speculazione transumanista, l’opera esplora le fratture della realtà ispirandosi a Spinoza, Foucault e Arendt. Ogni versione di “Utopia” è un’entità autonoma e parte di un percorso più ampio.

Testo a cura di Valentina Macrì

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