Federico Crespi
Approccio alla pittura di Federico Crespi
Federico Crespi, giovane artista del Varesotto, classe 2004, racconta la propria coscienza artistica attraverso la rievocazione del rapporto tra individuo e oggetto, quest’ultimo il soggetto predominante della sua indagine. L’accostamento quasi ossimorico oggetto/soggetto si manifesta tramite la pittura, in un tripudio di immagini che appaiono gioiose ed inquisitorie allo stesso tempo.
Seppur non così preponderante da bambino, Federico sviluppa una personale passione per il disegno durante le scuole medie. Tale interesse viene coltivato anche durante gli anni della sua formazione liceale, di indirizzo linguistico, che conclude presso il Liceo “Daniele Crespi” di Busto Arsizio (VA): si avvicina al mondo della pittura, la quale lo guida, dopo il diploma, verso la scelta dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Influenze artistiche del suo progetto e caratteristiche
Il suo progetto artistico si avvicina, per accezioni estetico-cromatiche, alla corrente artistica tedesca del Kitsch, alla base della quale vi è la decontestualizzazione dell’oggettistica di produzione industriale per scopi prettamente estetici.
Catturato dallo stile baroccheggiante delle statuine di porcellana riprodotte nella seconda metà del Novecento, dai cimeli di famiglia conservati con cura dalle nonne e dall’esperienza di vita umana che vi può essere inoculata, l’artista consolida una propensione creativa verso il Nursery Kitsch: i primi oggetti dell’infanzia assorbono il filtro del linguaggio pittorico, che riflette il gusto della tradizione. Tra di essi, i giocattoli Giapponesi NAPCO e i poco noti Rushton Toys della seconda metà del XX secolo figurano come soggetti principali.
Realizzate su tele di piccole/medie dimensioni, le opere di Federico spiccano per la lucentezza dei colori, pensati per ricordare il materiale dei soggetti principali (porcellana, plastica, ecc.).
Questa caratteristica è definita dall’utilizzo dell’acrilico come materia pittorica fondamentale, stesa a velature sui supporti per rendere al meglio cromature e riflessi degli oggetti raffigurati.
Tra le personalità che più arricchiscono di sfumature la marcata sensibilità dell’artista emerge Issy Wood, principalmente per il recupero dell’oggettistica appartenente all’immaginario anni 60/70. A seguire, Mark Ryden, parte del movimento LowBrow o Pop Surrealista, e Melanie Martinez nell’ambito musicale, ambo portavoci, seppur in modo diverso, di una peculiare visione estetica di cui Federico assimila i caratteri.
In sintesi, Federico Crespi si distingue per l’innovativa fusione tra la tradizione e la contemporaneità, espressione di un gusto autentico e affatto ordinario. Attraverso il processo pittorico, le sue opere suggeriscono una spiritualità artistica che, per definizione, sconfina oltre la visibile ricontestualizzazione dell’oggetto-soggetto.
Testo a cura di Veronica Petruzzi