EDOARDO DAL MOLIN
LA FORMAZIONE
Edoardo Dal Molin, artista di 20 anni vive a Legnano, cittadina del milanese dove ha trascorso l’infanzia e ha avuto inizio la sua formazione artistica: maturato dalla sezione grafica del Liceo Artistico Carlo Dell’Acqua, che gli consegna la dimestichezza per muoversi oltre che sull’analogico anche sulla programmazione grafica, inizia a frequentare il corso di Design di Interni presso il Politecnico di Milano conservando un personale interesse per il fashion design.
Edoardo assorbe e fa proprio il materiale accademico, trovando spazio per la propria produzione nel genere grafico, di cui apprezza il primato concettuale, piuttosto che quello estetico.
LA RICERCA
Edoardo Dal Molin, artista di 20 anni vive a Legnano, cittadina del milanese dove ha trascorso l’infanzia e ha avuto inizio la sua formazione artistica: maturato dalla sezione grafica del Liceo Artistico Carlo Dell’Acqua, che gli consegna la dimestichezza per muoversi oltre che sull’analogico anche sulla programmazione grafica, inizia a frequentare il corso di Design di Interni presso il Politecnico di Milano conservando un personale interesse per il fashion design.
Edoardo assorbe e fa proprio il materiale accademico, trovando spazio per la propria produzione nel genere grafico, di cui apprezza il primato concettuale, piuttosto che quello estetico.
L’artista colleziona diapositive della sua vicenda quotidiana, epifanie di una vita vissuta tra il fuori- la mondanità milanese- e il dentro-la sua interiorità tormentata, dove il disegno riesce a concretizzare i pensieri che lo affliggono.
Dalle grandi campiture nere utilizzate come sfondo, emergono figure grottesche, folle contorte e anatomie caricaturali, il tutto catturato da inquietanti scorci e reso incredibilmente umano tramite il solo utilizzo della linea.
All’interno della sua vasta produzione ritroviamo due principali tipologie di immagini: i ritratti d’occasione, per lo più di sconosciuti, pendolari che come lui partecipano alla vita urbana di Milano, o di giovani donne, la figura femminile è infatti un filo rosso, un motif in cui le ragazze vengono colte in un’ingenua e delicata eleganza, rivelata dai particolari con cui le ritrae; e le illustrazioni metaforiche, veicolo attraverso cui il bisogno di esprimere la propria percezione della realtà ha l’occasione di palesarsi sotto forma di simboli allusivi, composizioni evocative e scene surreali.
Un altro carattere distintivo nel disegno di Edoardo è l’assenza di pupille negli occhi dei soggetti che ritrae: evidente riferimento alle figure di Amedeo Modigliani, che concepisce gli occhi come una finestra dell’anima, la dimensione più intima e celata dell’uomo, dunque irrappresentabile.
In conclusione, la sconfinata collezione di Dal Molin costituisce un vero e proprio diario di viaggio, un memoir attraverso il quale esplora la propria dimensione interiore, ne fa una valvola di sfogo, espressione della sua soggettività e al contempo ci regala una realtà diversa, una prospettiva altra e ci provoca a conoscerla esplorando gli aspetti più reconditi del suo mondo.
Testo a cura di Camilla Marinoni