CARLO MEDA
Carlo Meda, giovane artista classe 2003, si distingue per il suo approccio eclettico e la personale indagine sul rapporto tra il corpo umano e la natura; plasma la sua visione artistica attraverso un mix figurativo e grafico accostato a una profonda ricerca sulla plasticità delle proprie realizzazioni.
LA FORMAZIONE
La sua formazione artistica ha radici solide: conclusi gli studi al Liceo Artistico “Carlo Dell’Acqua” di Legnano (MI) inizia a frequentare il corso di Design del Prodotto Industriale presso l’Istituto Europeo di Design (IED) a Milano, che segue ancora oggi. Il background di stampo accademico ha plasmato la sua sensibilità estetica, fornendogli gli strumenti per esplorare e mescolare diverse forme di espressione artistica.
LA RICERCA
Se da un lato il suo percorso ha radici nel figurativismo pittorico, dall’altro, i suoi gusti personali lo portano verso una tendenza per lo più grafica. Tuttavia, è proprio nella combinazione di queste influenze che emerge la sua originalità. La sua capacità di sperimentare si estende dalla pittura alla street art fino alla scultura e testimonia la sua versatilità artistica.
Uno dei temi centrali delle opere di Carlo è il rapporto tra il corpo umano e la natura: in particolare il corpo femminile, presenza ricorrente nei suoi dipinti e disegni sotto forma di figure dai tratti antropomorfi, è spesso intrecciato con elementi naturali come quello del bonsai.
Questo connubio tra l’essere umano e la natura rivela una profonda riflessione sull’armonia e sulle connessioni tra due mondi che potrebbero apparire ormai distanti nell’attualità.
LE INFLUENZE
Tra gli artisti che hanno influenzato il suo lavoro, emergono i nomi di Henry Moore, noto per le sue sculture che esplorano le forme organiche e la relazione tra spazio e materia e Henri de Toulouse-Lautrec, figura tra le più importanti del panorama postimpressionista del tardo ‘800. Queste ispirazioni si riflettono nell’approccio di Carlo alla plasticità, evidenziando la sua predilezione per l’astrattismo e il figurativismo combinati.
Un elemento distintivo del lavoro di Carlo Meda è il suo difficile approccio alle nuove tecnologie, avversione maturata durante i primi anni di università e che trova espressione in opere come “Filtro Analogico”, culmine del suo percorso artistico fino ad oggi.
L’artista si sente più a suo agio nelle cose pratiche, nutrendo una sorta di repulsione nei confronti dei filtri digitali comunemente utilizzati nelle immagini tramite mezzi come Instagram, Photoshop e altri.
Da qui nasce il concetto dell’opera: l’attributo “analogico” non è casuale, il vetro della cornice, che presenta la raffigurazione di un essere antropomorfo dagli attributi femminili, funge da vero e proprio “filtro” fisico, incarnando l’antitesi della tecnologia digitale. È un mezzo tangibile con cui l’artista si sente maggiormente in sintonia, un supporto fisico che si interfaccia con la realtà in modo più diretto.
La fotografia realistica, che di solito sarebbe soggetta a manipolazioni digitali, è invece raffigurata dal bonsai, una rappresentazione personale ma comunque ancorata alla realtà.
È un’opera che sfida i confini tra l’arte visiva e la tecnologia, pur mantenendo la tematica e le simbologie proprie dell’indagine artistica dell’autore: il connubio tra essere umano e mondo naturale.
In definitiva, Carlo Meda si presenta come un talento emergente nell’ambito dell’arte contemporanea, capace di mescolare influenze diverse per creare opere che sfidando le convenzioni e trasmettono un messaggio autentico e provocatorio. Con la sua sensibilità estetica e la sua ricerca continua, Meda promette di essere una voce significativa nel panorama artistico del futuro.